Bias cognitivi ed euristiche: come superarli e ottimizzare la tua strategia aziendale

Esecuzione, 10 Gennaio 2024

Come superare i bias cognitivi nelle PMI

È fondamentale comprendere che nessuno è immune dai bias cognitivi e dalle euristiche, indipendentemente dal livello di esperienza o posizione professionale. CEO, imprenditori e consulenti, così come qualsiasi professionista, sono soggetti a questi fenomeni psicologici che, se non riconosciuti e gestiti, possono portare a decisioni inefficaci, spreco di tempo e di risorse finanziarie.

L’implementazione di pratiche di mitigazione all’interno dei processi di lavoro non è solo una strategia per evitare errori, è una necessità per ottimizzare l’efficacia decisionale e per promuovere un ambiente di lavoro più produttivo e giusto. Queste pratiche aiutano a ridurre il rischio di decisioni basate su intuizioni errate o informazioni incomplete, massimizzando l’efficienza e la qualità delle scelte aziendali.

Per ogni bias identificato, è utile che l’azienda definisca i propri processi di mitigazione e controllo; per cominciare ogni dirigente, responsabile o team leader dovrebbe porsi queste domande:

1. Quale semplice processo dovrebbe essere seguito per mitigare preventivamente questo bias?

2. Quale semplice processo di controllo dovrebbe essere messo a sistema per evitare di prendere decisioni influenzate da questo bias?

Affrontare i bias e le euristiche richiede un impegno costante e una volontà di autoanalisi. Ti invitiamo a esplorare queste domande nel contesto della tua PMI e a contattarci per capire come possiamo supportarti per sviluppare strategie su misura per mitigare i bias e migliorare l’efficacia del processo decisionale. 

Ma intanto, ti lasciamo anche questa guida pratica, che sarà un inizio concreto per le tue riflessioni come CEO e imprenditore.

Comprendere i bias cognitivi e le euristiche nel contesto aziendale

I bias cognitivi sono distorsioni sistematiche nella percezione o nell’interpretazione delle informazioni. Si tratta di modelli di pensiero che si discostano dalla logica o dalla razionalità, spesso influenzati da esperienze personali, emozioni o informazioni limitate. 

I bias possono portare a giudizi o decisioni errate, specialmente in situazioni complesse o sotto pressione, momenti tipici di un contesto aziendale.

Le euristiche, invece, sono regole empiriche o “scorciatoie mentali” che il nostro cervello utilizza per semplificare il processo decisionale. Pur essendo utili per elaborare rapidamente grandi quantità di informazioni, possono portare a valutazioni superficiali e a volte inaccurate.

Sia i bias cognitivi che le euristiche possono avere un impatto significativo sulle decisioni strategiche in ambiente aziendale. Ad esempio, un bias di conferma potrebbe portare un CEO a ignorare dati importanti che contraddicono le sue convinzioni preesistenti, mentre l’euristica della disponibilità potrebbe spingerlo a sovrastimare la probabilità di eventi recenti o memorabili, influenzando in modo errato la pianificazione strategica.

Cosa fare, quindi?

Riconoscere e gestire questi processi mentali è cruciale per minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità. Una comprensione approfondita di come i bias e le euristiche influenzano il giudizio può aiutare i CEO a evitare trappole decisionali comuni.

Bisogna sfidare attivamente i propri pregiudizi, cercare prospettive diverse e basare le decisioni su dati solidi e analisi eseguite con metodo. Inoltre, una comprensione dei bias può aiutare a prevedere e comprendere meglio le reazioni e i comportamenti dei dipendenti, dei clienti e di altre parti interessate.

Iniziamo a capire il “come” in pratica, analizzando i bias tipici che minacciano il successo personale e aziendale:

1. Avversione alla Perdita: si tende a preferire l’acquisire di guadagni equivalenti. Nei contesti aziendali, questo può portare a decisioni eccessivamente conservative o al mancato sfruttamento di opportunità vantaggiose.

2. Bias di Conferma: si tende a cercare o interpretare informazioni in modo da confermare le proprie credenze preesistenti, spesso ignorando le prove contrarie.

3. Bias di Proiezione: si tende a pensare che gli altri condividano le stesse credenze o reagiscano in modo simile a noi stessi, creando errori nella valutazione delle reazioni del mercato o del team.

4. Bias degli Stereotipi: si tende a giudicare le persone in base a generalizzazioni su un gruppo a cui appartengono, con il rischio di portare a decisioni di assunzione o promozione ingiuste.

5. Bias del Carrozzone: si tende a seguire una tendenza o un’idea solo perché è popolare o perché altri la stanno seguendo, spesso a scapito dell’innovazione e della creatività.

6. Bias del ‘Non inventato qui’: si tende a fare resistenza alle idee o prodotti che non sono stati creati in azienda o dalle persone preposte, che limita l’adozione di soluzioni esterne potenzialmente superiori e soprattutto già disponibili e impiegabili.

7. Bias del Numero Magico 7 ± 2: si tende a conservare solo una quantità limitata di informazioni nella memoria, che può portare a semplificazioni eccessive in situazioni complesse.

8. Bias dell’Automazione: si tende a dare eccessiva fiducia nelle decisioni automatizzate o nei sistemi tecnologici, a volte a scapito del giudizio umano e della valutazione critica.

9. Bias della Fallacia dello Scommettitore: si tende a credere che eventi passati influenzino la probabilità di eventi futuri in processi casuali, come nei mercati finanziari.

10. Bias della Negatività: si tende a dare maggior peso alle informazioni negative rispetto a quelle positive, potenzialmente portando a una visione distorta delle situazioni aziendali.

11. Bias della Sopravvivenza: si tende a concentrarsi solo sulle storie di successo, ignorando i fallimenti, il che può portare a una visione ottimistica e non realistica del successo aziendale.

12. Bias di Autorità: si tende a sovrastimare il parere o le decisioni di una figura autorevole, anche se contrarie alla logica o all’evidenza.

13. Correlazione Illusoria: si tende a percepire una relazione tra variabili non correlate, che può portare a decisioni basate su connessioni inesistenti.

14. Effetto IKEA: si tende a sovrastimare il valore di qualcosa che abbiamo parzialmente creato o ideato, influenzando le decisioni di investimento e di prodotto.

15. Errore fondamentale di Attribuzione: si tende a dare eccessivo peso a fattori personali piuttosto che a quelli situazionali nel giudicare il comportamento altrui, influenzando la gestione del personale e le relazioni con i clienti.

16. Euristica dell’Ancoraggio: si tende a fare affidamento eccessivamente sulla prima informazione ricevuta quando si prendono decisioni, influenzando negoziazioni e valutazioni.

17. Illusione di Validità: si tende a sovrastimare la propria capacità di fare previsioni accurate, in particolare in situazioni di alta incertezza.

18. Insensibilità al Campione: si tende a ignorare la dimensione del campione quando si valutano i dati o le informazioni, il che può portare a conclusioni errate.

19. Maledizione della Conoscenza: ai tende ad avere difficoltà nel vedere le situazioni dal punto di vista di chi ha meno informazioni, influenzando la comunicazione e la formazione.

La consapevolezza e la comprensione di questi bias sono essenziali per creare processi decisionali efficaci e per evitare errori che potrebbero avere conseguenze a lungo termine sulla salute della tua PMI.

Le Euristiche – scorciatoie mentali a “doppio taglio” nelle PMI

Immagina di guidare in una strada affollata: le euristiche sono come i segnali stradali che ci guidano, offrendoci direzioni rapide senza dover esaminare ogni singola via. 

Nel contesto aziendale, le euristiche funzionano allo stesso modo. Sono quei processi mentali che il nostro cervello impiega per accelerare le decisioni, scorciatoie che ci permettono di saltare l’analisi dettagliata di ogni informazione e che non sempre sono prive di conseguenze.

Vediamo un paio di esempi:

1. Euristica della Disponibilità: consideriamo il caso di un dirigente che deve valutare i rischi di un nuovo progetto. Se si basa sull’euristica della disponibilità, tenderà a sovrastimare eventi recenti o emotivamente intensi. È come quando ricordiamo un recente incidente aereo e improvvisamente percepiamo i viaggi aerei come estremamente rischiosi, nonostante le statistiche ci dicano il contrario.

2. Euristica della Rappresentatività: prendiamo ad esempio un processo di assunzione. Un dirigente che si affida all’euristica della rappresentatività potrebbe assumere che un candidato con un particolare background sia l’ideale per un certo ruolo, ignorando altri aspetti che potrebbero essere più rilevanti.

Euristiche come queste possono indurre in errore. A volte, portano a fare valutazioni imprecise o ci conducono a decisioni potenzialmente errate. È come indossare occhiali colorati che alterano la nostra percezione della realtà. 

Questi errori possono essere particolarmente problematici in un ambiente aziendale, dove decisioni basate su impressioni superficiali o trend recenti possono portare a scelte strategiche sbagliate. 

La scienza dietro i Bias e le Euristiche: un viaggio nel cervello umano

Immagina il cervello umano come un elaboratore incredibilmente complesso e sofisticato, ma non privo di scorciatoie e difetti. I bias cognitivi e le euristiche emergono in base a come il nostro cervello elabora le informazioni: esso tende a favorire l’efficienza e la rapidità, il che significa che spesso ricorre a processi automatici e pre-programmati per prendere decisioni.

Questi meccanismi sono radicati nella nostra evoluzione. In passato, la capacità di prendere decisioni rapide poteva significare la differenza tra la vita e la morte. Oggi, anche se le nostre situazioni sono meno pericolose, il cervello continua a utilizzare questi antichi percorsi.

La proporzione del 5% di elaborazione esplicita vs. 95% di processi inconsci

Sembra sorprendente, ma solo una piccola parte (circa il 5%) delle nostre attività cognitive coinvolge un’elaborazione consapevole e deliberata. Questa è la parte della mente che usiamo quando apprendiamo qualcosa di nuovo, analizziamo un problema complesso o facciamo un’attenta pianificazione strategica.

Il restante 95% delle nostre attività cognitive avviene a un livello inconscio. Questa vasta porzione del nostro processo di pensiero lavora in background, influenzando le nostre decisioni e i nostri comportamenti in modi che spesso non riconosciamo. È qui che i bias cognitivi e le euristiche prendono forma e operano.

È fondamentale per CEO e imprenditori riconoscere l’esistenza dei pregiudizi inconsci: la consapevolezza è il primo passo per mitigarne l’impatto, permettendo decisioni più obiettive e giuste.

Secondo il Dr. Brian Welle, membro del team Analytics di Google, esiste una strategia per sconfiggere i pregiudizi. Ecco gli step previsti: 

1. Implementare processi strutturati e basati su dati per ridurre il margine di errore dovuto ai pregiudizi personali.

2. Monitorare i pregiudizi attraverso la raccolta e l’analisi di dati, che possono servire come base per decisioni e politiche aziendali più obiettive.

3. Essere critici nei confronti dei segnali che l’ambiente aziendale trasmette, sia internamente che esternamente, per evitare messaggi che potrebbero involontariamente rafforzare pregiudizi.

4. Promuovere una cultura aziendale dove ciascuno è consapevole dei propri pregiudizi e si impegna attivamente per superarli.

Ricorda che riconoscere la diversità non solo come un dovere etico, ma anche come un vantaggio competitivo che arricchisce l’ambiente aziendale, è uno stimolo per l’innovazione.

Come identificare l’uso corretto di bias ed euristiche

Navigare tra bias e euristiche richiede un equilibrio tra l’accettazione dei nostri limiti cognitivi e lo sforzo di superarli. Comprendere quando affidarsi all’intuito e quando richiedere un’analisi più approfondita può trasformare radicalmente la qualità delle decisioni aziendali. 

Adottando un approccio riflessivo e basato su dati, i leader possono massimizzare i benefici delle euristiche mentre minimizzano i rischi dei bias cognitivi. In contesti dove la velocità è essenziale, adottare euristiche basate su dati solidi ed esperienze precedenti può accelerare il processo decisionale senza sacrificare significativamente l’accuratezza.

10 comportamenti per superare i pregiudizi sul lavoro: i nostri consigli

I consigli di oobrain partono da un serie di azioni da eseguire come prima parte:

1. Informare tutti i dipendenti dell’azienda sui bias e le euristiche menzionati nell’articolo.

2. Incoraggiare ogni persona a identificare in modo autonomo un metodo per mitigare e controllare i bias, utilizzabile in tutte le decisioni del proprio team.

3. Organizzare incontri dove ognuno può presentare il proprio metodo proposto e discuterlo con gli altri.

4. Sottoporre a votazione le idee più valide e semplici.

5. Lasciare al decisore l’incarico di scegliere quale metodo sperimentare all’interno del team.

6. Testare il metodo scelto per un trimestre, apportando miglioramenti ogni volta che se ne individuano i difetti.

7. Al termine del trimestre, raccogliere i feedback dai responsabili per identificare e implementare le migliori pratiche scoperte.

Successivamente, consigliamo di adottare questi comportamenti all’interno dell’ azienda:

1. Basare le decisioni su dati, informazioni o evidenze concrete, considerando pro e contro.

2. Trasformare i “sì” o “no” in decisioni di sperimentazione, specialmente in situazioni di alto rischio o investimento. Qui abbiamo scritto una guida sull’importanza della sperimentazione: https://oobrain.com/blog/guida-alla-sperimentazione-strategica-per-le-pmi/

3. Verificare le azioni attraverso la sperimentazione per assicurarsi che corrispondano ai desideri di clienti o collaboratori.

4. Giudicare le persone in base ai risultati concreti, attraverso la sperimentazione.

5. Sperimentare prima di seguire tendenze che potrebbero portare a successo o perdita di risorse.

6. Utilizzare le conoscenze esistenti e sperimentare nuove idee per essere più veloci e risparmiare risorse.

7. Centralizzare le informazioni in un unico repository per un uso efficiente delle conoscenze.

8. Coinvolgere persone con background diversi in situazioni complesse e sperimentare le loro idee.

9. Verificare le correlazioni trovate e sperimentare in caso di dubbi.

10. Rendere i suggerimenti dei punti 1 e 2 parte integrante della cultura aziendale.

La consapevolezza dei Bias e delle Euristiche come chiave per una leadership efficace

Con questo articolo abbiamo esplorato il complesso mondo dei bias cognitivi e delle euristiche, evidenziando come influenzano significativamente il processo decisionale nel contesto aziendale. 

La leadership efficace richiede non solo competenze tecniche, ma anche la capacità di navigare nell’ambito dei processi cognitivi sia propri che del proprio team. Implementare le strategie discusse in questo articolo può aiutare i leader a migliorare non solo le proprie capacità decisionali, ma anche a creare un ambiente lavorativo più equo e produttivo.

Ora che hai una comprensione più profonda di come bias ed euristiche influenzano le decisioni aziendali, prova a riflettere su quali semplici processi potrebbe adottare la tua azienda o il tuo team per mitigare questi errori. Chiediti:

– Cosa potrebbero fare sistematicamente le persone per mitigare preventivamente i bias e le euristiche?

– Quali eventi di controllo potrebbero essere messi a sistema per evitare di prendere decisioni influenzate dai bias e dalle euristiche?

Per discutere insieme su come questi concetti possano essere applicati specificamente alla tua azienda, contattaci. Offriamo consulenze personalizzate e risorse che possono aiutarti a navigare tra queste sfide cognitive e a trasformare la strategia e la cultura aziendale. La conoscenza è potere e comprendere i bias e le euristiche è il primo passo verso decisioni aziendali più informate ed efficaci.

Pubblicato nella categoria Esecuzione, il 10 Gennaio 2024.

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